Ha attraversato con la sorella mezzo continente a piedi, poi dalla Libia
sola andata, prezzo da business class per una barchetta di cartone.
"Il viaggio è stato lunghissimo: tanta fame, tanto stanca, tanto sporco e sono tanti, tantissimi sono morti!", mi racconta ridendo, "Comunque io ce l'ho fatta!"
Saltella oggi, F., dallo sguardo pungente e col sorriso smagliante.
"Dall'Afghanistan in Europa siamo rimasti in tre, non ricordo quanti siano morti, eravamo davvero tanti...è stata dura arrivare in Turchia, ma è proprio attraversando questa, stipati nel camion, che ci siamo decimati.
Poi via mare, chiuso in una cella frigorifera che attraccati ad Ancona è stata messa in funzione...
Ma sono arrivato, ce l'ho fatta. Ormai solo."
Ora rischia di essere rispedito in Grecia (...), che ne sarà di lui?
Maledetta convenzione di Dublino.
Con quegli occhi di una profondità abissale,
con quelle spalle larghe, quella saggezza che irradia tutt'attorno.
Viaggio dell'orrore, nell'orrore.
Ma anche lei, M., ce l'ha fatta.
Oggi ha l'AIDS,
ha un bambino,
e ha soprattutto la forza, il coraggio, la pazienza di sopportare tutto questo.
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